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di Rosalba Contentezza

La portata di quello che stiamo vivendo, in questi difficili giorni di crisi sanitaria, non ha precedenti nei decenni appena trascorsi, sia per termini di estensione, sia per gli effetti sociali, politici ed economici. Nella nostra memoria di vita nessuno si è mai confrontato con un tale stato di sollecitazione emotiva e con eventi così incalzanti e di ampia portata. Siamo esposti da innumerevoli notizie che arrivano in un crescendo mediatico continuo e a tratti angoscioso che mina le nostre credenze, le nostre sicurezze e tende a destabilizzare le nostre piccole certezze a partire dai forti cambiamenti imposti alla nostra quotidianità.

La psicologia, che ricordiamo essere la scienza che studia il pensiero, le emozioni ed il comportamento umano, in numerosi anni di studi ha agevolato le nostre conoscenze ed aiutato a comprende moltissimi meccanismi di azione, rendendo possibile la predisposizione di sistemi di diagnosi, intervento e cura altamente incisivi, contribuendo a strutturare livelli comunicativi più efficienti e di fatto migliorando l’efficacia di numerosi ambiti scientifici volti alla tutela della salute ed alla relazione tra l’essere umano ed il mondo.

Come funzionano i meccanismi emotivi?

Fra gli studi certamente utili nel comprendere i meccanismi di azione e di scelta dell’essere umano non possiamo non citare quelli sui processi decisionali e sul comportamento di acquisto (che hanno consentito a Khaneman di avere il Nobel nel 2002) che hanno consentito di comprendere come le azioni scelte dagli esseri umani, nonostante il grado di informazioni ed istruzione, sono strettamente connesse, spesso in maniera silente, al livello emotivo attivato.

Qualunque tipo di evento esterno arriva a noi attraverso diversi canali percettivi e ne attiva altrettanti; ciò che fa la differenza è come noi ci rapportiamo a questi eventi, come li interpretiamo, che significato ne diamo, quali attivazioni emozionali emergono e come le gestiamo: ciascuno di noi, infatti, reagisce differentemente agli stessi eventi stimolo.
Alcuni eventi e alcune comunicazioni sono “oggettivamente” più attivanti di altre: nello specifico della situazione attuale, siamo passati da un livello di grande attenzione per la notizia riportata dai media per i primi casi sviluppati in Cina, ad uno stato di allerta importante, con la percezione di avvicinamento del pericolo, fino alla netta percezione di emergenza dettata dal vivere in un ambiente completamente mutato che ci ha portato a diretto contatto con un pericolo per la nostra sopravvivenza.

Questo crescendo, sviluppato peraltro in pochissimo tempo, ha allertato i nostri sistemi emozionali fisiologici legati alla sopravvivenza e questo ha scatenato una risposta perfettamente naturale: la paura.
E’ una emozione primaria, persistente ed attivante, molto potente a livello fisiologico perché ci consente di sopravvivere di fronte ai pericoli. Non è una emozione da evitare o negativa perché in realtà ci può insegnare molte cose sia su di noi che sul mondo che ci circonda.
La paura è una emozione difficile con la quale tutti noi facciamo fatica a “stare” e per la quale i nostri sistemi fisiologici ci spingono ad una risposta immediata di evitamento, in un modo o in un altro.

Possiamo allenarci

Sviluppare attenzione verso questi processi, darsi il tempo di osservare ciò che si attiva dentro di noi e allenarci a portare attenzione ai vari livelli sollecitati, ci aiuta a comprenderci meglio, a selezionare le informazioni importanti e a sviluppare consapevolezza.
Stare in consapevolezza significa anche darsi la possibilità di formulare una Risposta anzicché stare sul piano di immediatezza di una Reazione, spesso istintiva, scomposta, unicamente emozionale, raramente efficace e utile.
In momenti come quello che stiamo vivendo siamo costantemente sollecitati proprio dalla paura su vari livelli e su molteplici piani:

  1. moltissime informazioni ci giungono in modo inevitabile e martellante
  2. le comunicazioni, nei contenuti, riguardano un agente patogeno e quindi sollecitano l’istinto di sopravvivenza ed attivano il sistema fisiologico della paura che spinge ad una reazione immediata
  3. la modalità con cui queste comunicazioni vengono fornite è un altro elemento che attiva potentemente questi meccanismi fisiologici: velocità, concitazione, allarme, continuo cambiamento di indicazioni
  4. le disposizioni governative riguardano cambiamenti importanti e sostanziali nel nostro stile di vita quotidiano, vincolandoci a comportamenti inusuali, nuovi, e spesso scomodi
  5. è stato variato il nostro asset mentale ed il nostro ambiente di vita
  6. sono stati variati in modo profondo i nostri comportamenti sociali e relazionali, deprivandoci di quel conforto di gruppo, di quella relazionalità e socialità che infonde sicurezza e trasmette protezione, cioè di tutti quei sistemi di conforto, tipicamente umani, che per secoli ci hanno accompagnato nelle strategie di sopravvivenza

Dandoci una possibilità di lettura più ampia degli eventi in corso ci stiamo dando in realtà più strumenti per comprendere che è si in atto un cambiamento, ma anche che noi possiamo determinarne la direzione semplicemente allenandoci a Rispondere anziché Reagire, provando a portare attenzione a tutti gli elementi in gioco, a partire dalle nostre reazioni emotive agli stimoli esterni, senza però trascurare gli elementi di realtà, fondamentali per orientarsi in modo efficace nel mondo e nella vita.

Gestire le difficoltà con piccole azioni

Possiamo dare il nostro contributo alla gestione della difficoltà con piccole e semplici azioni che siano Risposte di Calma e saggezza ma che non lascino indietro il cuore:

  • Attingiamo ad informazioni accreditate, fornite da fonti scientifiche o istituzionali accreditate
  • Diffondiamo, anche nel nostro privato, informazioni verificate, essenziali e oggettive
  • Atteniamoci alle disposizioni di profilassi indicateci dagli specialisti, non in un’ottica di panico ma di responsabilità, civile e sociale
  • Ricordiamoci che siamo parte di una comunità, integrati in vari contesti sociali in un rapporto di reciproca interdipendenza: curare la nostra salute significa curare la salute della comunità e viceversa
  • Rispettiamo le nostre emozioni, prendiamocene cura ma non facciamoci invadere da un funzionamento prettamente emotivo.

Ricordiamoci che la serenità è frutto di una saggezza che ascolta il cuore e che ciascuno di noi può dare il proprio contributo per costruire una comunità, reale e virtuale, più saggia ed accogliente.