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Sono diversi i recenti episodi in cui la gente comune, impegnata nelle proprie quotidiane attività, ha impattato in momenti di terrore e panico talmente intensi da alterare la capacità di valutare realmente i fatti e da urlare istintivamente al rischio di un attentato terroristico. Ne sono esempio gli episodi di Torino, in cui il procurato allarme, senza che in effetti ci fosse alcuno scoppio, ma un boato procurato forse solo dal sommovimento determinato dall’impianto di condizionamento e areazione del sottostante parcheggio, ha visto un’intera folla allarmarsi ed attivarsi per scongiurare l’ipotetico dramma e quello di Reggio Calabria, dove il ritrovamento di tre borse “sospette” ha fatto scattare l’allarme Isis, con l’intervento immediato di Carabinieri ed Artificeri che hanno permesso di individuare il reale contenuto delle borse. “Da cosa realmente stiamo scappando?” La paura di un attacco terroristico provoca più allarme e tensione dell’attacco stesso. Potremmo dire che ormai si viva quotidianamente una forma di follia collettiva segnata dal terrorismo psicologico. Continua…